martedì 9 luglio 2013

Che ci facciamo noi nel PD?

A me del Politicamp è rimasta in testa una domanda, quella che ci ha fatto Paolo Nori, nella sua bellissima lettura dedicata ai morti di Reggio Emilia, perchè scioperavano, negli anni 60. Nori ha ricordato a tutti noi che il PD ha avuto una responsabilità nella istituzione dei CIE ed in alcune riforme del lavoro e poi ci ha chiesto:che ci fate voi nel PD?
W la LibertàE' una domanda che spesso viene rivolta a chi sostiene la candidatura di Giuseppe Civati, ma è anche una domanda che penso si facciano anche alcuni dirigenti dell'”apparato”.
E' una domanda importante, perchè è sul senso del cambiamento che Civati, ma soprattutto tutti i Nico Giberti che sono suoi sostenitori, vogliono proporre al PD e a tutti i reali e potenziali elettori del partito.
Che ci facciamo noi nel PD?
Mentre pensavo ad una risposta da dare a questo quesito, una formula, una frase che potesse condensare il mio, il nostro sentimento di appartenenza al PD ho abbassato lo sguardo sul mio quaderno, quello sul quale ho preso degli appunti durante i Wdays. Ad un certo punto dei lavori infatti le informazioni che venivano date, le proposte di legge che venivano presentate e discusse, mi sono sembrate così tante e così precise che non poteva bastare la mia memoria a tenerle a mente ed allora sono ricorsa al mio quaderno degli appunti.
Ho cominciato a riguardare le pagine che avevo scritto.
Noi stiamo nel Pd perchè ci sono amministratori comunali come Luca Pastorino e Lucrezia Ricchiuti che combattono quotidianamente contro le intimidazioni, non solo della mafia che tutti conosciamo, ma anche di quella degli interessi economici. Ci sono ricercatori come Salvatore Tesoriero che studiano una proposta di legge che cambi i termini di prescrizione per i reati di corruzione ed una che introduca l'obbligo di restituzione della tangente una volta accertato il reato, mentre attualmente l'87% delle condanne per corruzione è sotto i due anni di pena e quindi di fatto rimane impunita.
Noi stiamo nel Pd perchè vogliamo, insieme ad associazioni come Libera, che venga introdotto il reato di voto di scambio ed una Anagrafe pubblica e trasparente dei politici e degli amministratori di nomina politica.
Noi stiamo nel PD perchè ci sono giovani studiosi impegnati a spiegare e a formulare progetti per prevenire il consumo del suolo come Mirko Tutino. Ci ha presentato un disegno di legge che propone una definizione univoca del fenomeno, per poi permetterne il censimento, definire il diritto di edificabilità e dare dei termini temporali a questo diritto. Gianluca Ruggieri ci ha invece parlato della riqualificazione energetica dell'edilizia pubblica: con un investimento di un euro in progetti di ristrutturazione degli edifici avremmo risultati esponenziali in termini di risparmio energetico e creazione di lavoro.
Noi stiamo nel PD perchè il tema della rimozione degli ostacoli alla partecipazione democratica alla vita dei partiti, di tutti i partiti (anche di quelli dove si dice che uno conta uno ed invece c'è solo uno che conta), è un tema centrale della nostra democrazia. Ne hanno parlato in modo diverso in molti contesti gli invitati più o meno noti del Politcamp: ne hanno parlato Walter Tocci, Andrea Ranieri, Fabrizio Barca e Sandra Zampa durante la prima serata.
Ci sono idee diverse di partecipazione, quella degli iscritti partecipanti e quella dei partecipanti non iscritti, idee diverse di organizzazione, più strutturata o più associazionistica, ma mi è sembrato che l'esempio da imitare arrivasse da un Circolo già attivo del PD, il Circolo Copernico di Cagliari.
Renato Soru, Vincenzo Vita e Raffaele Calabretta hanno discusso di piattaforme digitali, di uscire da FB e progettare un luogo social dove discutere e decidere coinvolgendo gli iscritti e gli elettori del PD. Ma quando ha parlato, emozionatissimo, Matteo Lecis Cocco-Ortu della esperienza di Cagliari, cioè di un circolo dove si può essere simpatizzanti, sostenitori ed iscritti e convivere e creare eventi e partecipazione politica, mi sono detta che stiamo nel PD per vedere diffuse queste esperienze su tutto il territorio nazionale.
Il PD in cui stiamo è questo, è quello che già c'è in tante realtà territoriali e nei gruppi dei militanti..
Il problema è che spesso questo PD non si sente rappresentato dalla attuale dirigenza.
Civati con la sua candidatura può far emergere questo PD, perchè intorno a lui si è costruita una squadra, un insieme di persone motivate, impegnate, competenti. Se Civati andrà alla segreteria potrà proporre le competenze di persone come Rita Castellani e Filippo Taddei, economisti che in modo molto chiaro hanno presentato alcuni dati significativi sul nostro mondo del lavoro e sulla necessità di detassare il lavoro dipendente.. L'ingresso nel mondo del lavoro ed i percorsi formativi collegati devono essere modificati con una riforma degli Ordini professionali, una uniformità dei contratti di accesso, una estensione delle tutele per chi ha difficoltà nell'ingresso.
Perchè come ci ha ricordato con passione Maria Pia Pizzolante i giovani, ma soprattutto le donne, che non lavorano rimangono nel ricatto familiare, non riescono ad emanciparsi se non c'è un Welfare alternativo alla famiglia. Quindi dovremmo anche noi chiedere come un ritornello, non l'IMU, ma il reddito minimo garantito.
Ecco, noi stamo in questo PD perchè c'è la passione di queste persone, le idee di questi studiosi, l'incontro tra generazioni diverse e vogliamo che la candidatura di Giuseppe Civati porti a galla, faccia emergere e valorizzi tutto questo mondo.

2 commenti:

  1. morti di Reggio Emilia, perchè scioperavano, negli anni 70"? ma non era il 7 luglio 1960?
    Siamo ridotti ai " Maître à penser de noantri", che non distinguono il risorgimento dal rinascimento? Povera sinistra!!1

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  2. Hai ragione, è stata una svista, ho corretto. Grazie della segnalazione.

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