Non vivrai il vento nei vestiti, mentre corri sulla moto del tuo ragazzo, aggrappata a lui.
Non vivrai un concerto di bossanova, in una calda notte d'estate, con un bellissimo contrabbasso.
Non vivrai il mare limpido di Alberese, che ti piaceva tanto, e l'ombra fresca dei pini.
Non vedrai il sole alle spalle dei girasoli, al tramonto, non ascolterai le mie discussioni con Giuseppe sulla rotazione eliotropica.
Non sentirai la risata argentina di tua sorella, le sue domande curiose, non ti confiderà i suoi primi amori.
Non vivrai la mia vecchiaia e quella di tuo padre.
Non vivrai la morte dei tuoi nonni, che avrebbero preferito morire, piuttosto che piangerti.
Non vivrai all'estero, come dicevi che avresti fatto se Berlusconi avesse ancora vinto.
Non vivrai i giorni dello studio e le ansie e le speranze del diploma.
Non vivrai più nessun'altra delusione d'amore.
Non voterai mai, non saprò chi avresti scelto, non discuterò con te di politica..
Non visiterai l'Egitto, le piramidi, il Nilo, come mi avevi fatto promettere.
Non torneremo in Grecia, nelle isole, ancora al mare, il tuo mare.
Non farai più fotografie, uscendo con la macchina al collo, pronta a cogliere ogni attimo.
Non vivrai le lezioni all'Università, se mai avessi deciso di andarvi.
Non vivrai la soddisfazione del primo stipendio, l'emozione di spendere soldi tuoi.
Non vivrai la delusione per un progetto fallito, per un sogno che svanisce.
Non vedrai i sorrisi di Luna e le sperimentazioni di Fabrizio, che guarda incantato la sabbia che scorre.
Non vivrai la gioia di un figlio tuo.
Non vivrai l'amore, non vivrai l'amore, non amerai mai più.
sabato 27 luglio 2013
martedì 9 luglio 2013
Che ci facciamo noi nel PD?
A me del Politicamp è rimasta in
testa una domanda, quella che ci ha fatto Paolo Nori, nella sua
bellissima lettura dedicata ai morti di Reggio Emilia, perchè
scioperavano, negli anni 60. Nori ha ricordato a tutti noi che il
PD ha avuto una responsabilità nella istituzione dei CIE ed in
alcune riforme del lavoro e poi ci ha chiesto:che ci fate voi nel PD?
E' una domanda che spesso viene rivolta
a chi sostiene la candidatura di Giuseppe Civati, ma è anche una
domanda che penso si facciano anche alcuni dirigenti dell'”apparato”.
E' una domanda importante, perchè è
sul senso del cambiamento che Civati, ma soprattutto tutti i Nico
Giberti che sono suoi sostenitori, vogliono proporre al PD e a tutti
i reali e potenziali elettori del partito.
Che ci facciamo noi nel PD?
Mentre pensavo ad una risposta da dare
a questo quesito, una formula, una frase che potesse condensare il
mio, il nostro sentimento di appartenenza al PD ho abbassato lo
sguardo sul mio quaderno, quello sul quale ho preso degli appunti
durante i Wdays. Ad un certo punto dei lavori infatti le informazioni
che venivano date, le proposte di legge che venivano presentate e
discusse, mi sono sembrate così tante e così precise che non poteva
bastare la mia memoria a tenerle a mente ed allora sono ricorsa al
mio quaderno degli appunti.
Ho cominciato a riguardare le pagine
che avevo scritto.
Noi stiamo nel Pd perchè ci sono
amministratori comunali come Luca Pastorino e Lucrezia Ricchiuti che
combattono quotidianamente contro le intimidazioni, non solo della
mafia che tutti conosciamo, ma anche di quella degli interessi
economici. Ci sono ricercatori come Salvatore Tesoriero che studiano
una proposta di legge che cambi i termini di prescrizione per i reati
di corruzione ed una che introduca l'obbligo di restituzione della
tangente una volta accertato il reato, mentre attualmente l'87% delle
condanne per corruzione è sotto i due anni di pena e quindi di fatto
rimane impunita.
Noi stiamo nel Pd perchè vogliamo,
insieme ad associazioni come Libera, che venga introdotto il reato di
voto di scambio ed una Anagrafe pubblica e trasparente dei politici e
degli amministratori di nomina politica.
Noi stiamo nel PD perchè ci sono
giovani studiosi impegnati a spiegare e a formulare progetti per
prevenire il consumo del suolo come Mirko Tutino. Ci ha presentato un
disegno di legge che propone una definizione univoca del fenomeno,
per poi permetterne il censimento, definire il diritto di
edificabilità e dare dei termini temporali a questo diritto.
Gianluca Ruggieri ci ha invece parlato della riqualificazione
energetica dell'edilizia pubblica: con un investimento di un euro in
progetti di ristrutturazione degli edifici avremmo risultati
esponenziali in termini di risparmio energetico e creazione di
lavoro.
Noi stiamo nel PD perchè il tema della
rimozione degli ostacoli alla partecipazione democratica alla vita
dei partiti, di tutti i partiti (anche di quelli dove si dice che uno
conta uno ed invece c'è solo uno che conta), è un tema centrale
della nostra democrazia. Ne hanno parlato in modo diverso in molti
contesti gli invitati più o meno noti del Politcamp: ne hanno
parlato Walter Tocci, Andrea Ranieri, Fabrizio Barca e Sandra Zampa
durante la prima serata.
Ci sono idee diverse di partecipazione,
quella degli iscritti partecipanti e quella dei partecipanti non
iscritti, idee diverse di organizzazione, più strutturata o più
associazionistica, ma mi è sembrato che l'esempio da imitare
arrivasse da un Circolo già attivo del PD, il Circolo Copernico di
Cagliari.
Renato Soru, Vincenzo Vita e Raffaele
Calabretta hanno discusso di piattaforme digitali, di uscire da FB e
progettare un luogo social dove discutere e decidere coinvolgendo gli
iscritti e gli elettori del PD. Ma quando ha parlato,
emozionatissimo, Matteo Lecis Cocco-Ortu della esperienza di
Cagliari, cioè di un circolo dove si può essere simpatizzanti,
sostenitori ed iscritti e convivere e creare eventi e partecipazione
politica, mi sono detta che stiamo nel PD per vedere diffuse queste
esperienze su tutto il territorio nazionale.
Il PD in cui stiamo è questo, è
quello che già c'è in tante realtà territoriali e nei gruppi dei
militanti..
Il problema è che spesso questo PD non
si sente rappresentato dalla attuale dirigenza.
Civati con la sua candidatura può far
emergere questo PD, perchè intorno a lui si è costruita una
squadra, un insieme di persone motivate, impegnate, competenti. Se
Civati andrà alla segreteria potrà proporre le competenze di
persone come Rita Castellani e Filippo Taddei, economisti che in
modo molto chiaro hanno presentato alcuni dati significativi sul
nostro mondo del lavoro e sulla necessità di detassare il lavoro
dipendente.. L'ingresso nel mondo del lavoro ed i percorsi formativi
collegati devono essere modificati con una riforma degli Ordini
professionali, una uniformità dei contratti di accesso, una
estensione delle tutele per chi ha difficoltà nell'ingresso.
Perchè come ci ha ricordato con
passione Maria Pia Pizzolante i giovani, ma soprattutto le donne, che
non lavorano rimangono nel ricatto familiare, non riescono ad
emanciparsi se non c'è un Welfare alternativo alla famiglia. Quindi
dovremmo anche noi chiedere come un ritornello, non l'IMU, ma il
reddito minimo garantito.
Ecco, noi stamo in questo PD perchè
c'è la passione di queste persone, le idee di questi studiosi,
l'incontro tra generazioni diverse e vogliamo che la candidatura di
Giuseppe Civati porti a galla, faccia emergere e valorizzi tutto
questo mondo.
lunedì 1 luglio 2013
Il dolore degli altri
Proprio in questi giorni particolari per me, mentre me ne stavo sotto l'ombrellone, ho captato una conversazione che mi ha colpito. Due signore stavano commentando una cena con alcuni amici, alla quale aveva partecipato anche una conoscente con un figlio con handicap: non ho capito quale fosse la disabilità, ma sembrava una situazione grave. Mentre si dicevano quanto sia difficile la vita di questa conoscente, ad un certo punto una delle due ha usato l'espressione "mi ha rovinato la cena". E' possibile che in effetti fosse solo un modo per dire che era stata molto colpita, forse potrebbe essere interpretato anche come un segno di empatia, ma io l'ho trovato estremamente sgradevole.
La signora che ha avuto la cena rovinata ha la possibilità di scordarsi del problema e di tornare alla sua vita senza dolori, la mamma del ragazzo con handicap, come me, non può scordare il suo.
Alcune persone però preferiscono avere solo serate senza pensieri; allora incontrare il dolore degli altri diventa un problema. Almeno fino a quando non capita anche a loro qualcosa che li costringe a riflettere e a cambiare.
La signora che ha avuto la cena rovinata ha la possibilità di scordarsi del problema e di tornare alla sua vita senza dolori, la mamma del ragazzo con handicap, come me, non può scordare il suo.
Alcune persone però preferiscono avere solo serate senza pensieri; allora incontrare il dolore degli altri diventa un problema. Almeno fino a quando non capita anche a loro qualcosa che li costringe a riflettere e a cambiare.
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