Vorrei chiederti perdono,
amore,
per quella sera, per
essermi arrabbiata, per averti lasciato da sola, per averti fatto
sentire la mia delusione, per non averti costretto a parlare ed aver
accettato che te ne stessi in camera tua.
Vorrei riuscire a credere
che sei da qualche parte ad ascoltarmi e che puoi vedere il mio
dolore lancinante, il dolore immenso di tutti quelli che ti volevano
bene.
Vorrei che tu fossi in
grado di perdonarmi.
A volte dopo che avevamo
discusso, (non era la prima volta che succedeva..) ti chiedevo scusa,
ti ricordi? A volte ti dicevo che ero stata io a sbagliare. Pensavo
che questo avrebbe messo degli anticorpi nel nostro rapporto: non
volevo che tu mi sentissi infallibile, che pensassi che non si poteva
rimediare agli sbagli. Pensavo che avrebbe insegnato anche a te a
chiedere scusa.
A volte invece facevo la
dura, perché pensavo che ti avrei fatto capire che dovevi essere più
responsabile, che dovevi pensare alle conseguenze di quello che
facevi, perché è giusto essere in grado di affrontarle. A volte ti
ho messo in punizione, anche per lunghi periodi, e mi sembrava che
capivi, che accettavi e cercavi di riparare.
Perché è possibile
rimediare agli sbagli.
(tranne a questo...tranne
a questo)
Mai avrei pensato che tu
potessi fare il gesto che hai fatto.
Mai nessuno, tra chi ti
amava e ti era vicino, ci ha pensato.
(Ho chiesto, sai? Ho
cercato e cercato ogni indizio, ogni segno..)
Quella sera cercavo di
farti sentire il rischio che correvi, quanto potevi cambiare la tua
vita. Non ho pensato che ti saresti sentita abbandonata, che ti
saresti sentita così colpevole da punirti, mai avevo avuto dei
segnali da te che potevi farti del male.
Non eri depressa, non eri
malata, non eri in conflitto con me, con noi.
Hai pensato che ti
saresti trovata da sola con una vita che non avresti saputo gestire,
pensavi che non ti avremmo fatto legare a lui.
Penso che lo amavi
davvero, ma anche che cominciavi a vedere che c'era qualcosa che non
andava. Ti sei trovata in una situazione del tipo “né con te, né
senza di te”.
Hai creduto di risolverla
eliminando te stessa.
Hai avuto l'idea pazza
che era meglio levarti di mezzo e che sarebbe stata la soluzione per
tutto.
Oppure forse ha ragione
la mia amica, forse ti sei solo affacciata troppo dal balcone
interrogandoti su quanto fosse possibile fare davvero quel gesto ed
hai perso l'equilibrio.
Sono sicura che se
potessimo incontrarci di nuovo, se potessimo abbracciarci, se
potessimo parlarne insieme, rimedieremmo a tutto questo. Penso che
ti chiederei scusa di averti lasciata sola a piangere, di aver chiuso
quella porta. Penso che anche tu mi chiederesti scusa, che ti
renderesti conto di quello che hai fatto e che non volevi davvero
fare.
Intanto se ci sei, da
qualche parte, se mi stai guardando, se mi puoi ascoltare, nei miei
pensieri, ti chiedo perdono.
Perdonami, amore, ed io
ti perdonerò.