martedì 14 febbraio 2012

Sempre a proposito di sessualità consapevole


Una insegnante di una quinta elementare mi ha chiamato per chiedermi se potevo partecipare ad una riunione con i genitori dei suoi alunni. Il problema era che nella sua classe si è parlato di sesso. Per meglio dire i bambini hanno parlato di sesso tra di loro, in particolare di video a contenuto sessuale che alcuni avrebbero visto e dei quali avrebbero raccontato agli altri. Poi i grandi l'hanno saputo e ne hanno parlato alle maestre, che hanno pensato ad una assemblea nella quale informare  tutti i genitori.
Tra i bambini e i grandi non sono avvenute altre comunicazioni oltre le indagini che singolarmente ogni famiglia ha fatto con i propri figli, per sapere se sapevano, quanto sapevano e chi era stato il "mandante", l'inizio di tutto.
Una volta appurato che nulla era avvenuto per contatti con presunti pedofili (il fantasma che era stato evocato dal alcuni) le insegnanti si sono chieste se non fosse il caso di parlare con i bambini di sesso, di pornografia, dei giochi che a volte appaiono, cercando altro, su Google, di  YouTube, dei pericoli di cercare informazioni su Internet. Cioè se non fosse il caso di fare un po' di sana educazione sessuale.
Sana ma evidentemente ancora impossibile .
Infatti non c'è stato verso di discutere sul serio questa possibilità.
I genitori si sono divisi in due  gruppi, quelli che hanno appurato che i propri figli non c'entravano nulla e che si sono sentiti sollevati (per quanto?) e quelli che hanno invece dovuto fare le indagini ed affrontare anche le domande dei figli sul tema. Ma una volta appurata questa divisione il problema è stato accantonato. Come si diceva una volta "i panni sporchi si lavano in famiglia". La proposta di farli lavare in comunità non è stata affatto presa in considerazione.
Qualche tempo fa scrivevo della mancanza di una sessualità consapevole negli adolescenti e nei giovani.
Ma come possono vivere consapevolmente il sesso se noi non ci poniamo il problema di formarli a questo, come possono essere educati se i mezzi di informazione che hanno a disposizione sono la pornografia, i racconti degli amici, le mezze verità che passano nella scuola quando si parla del corpo umano? Come si può pensare che ci sarà mai una cultura davvero aperta e non discriminatoria se nessuno discute con i bambini degli orientamenti sessuali, di cosa significa essere gay o transessuale, di quali sono le forme del sesso?
Penso da tempo che si dovrebbe fare educazione sessuale alle scuole materne, alle scuole elementari e alle superiori, ogni volta nel modo appropriato all'età, ma ogni volta parlandone. Invece addirittura l'Educazione Sessuale che una volta veniva fatta dai Consultori delle ASL è stata trasformata in Educazione all'Affettività, che è interessante, ma è, permettetemi, un'altra cosa.
La sessualità non è un tema che possiamo lasciare solo alle  famiglie, perchè ci sono le famiglie in grado di affrontarlo e ci sono le famiglie che preferiscono chiudere gli occhi e pensare che i bambini sono angioletti innocenti finchè qualche sporco pedofilo li disturba. Dimenticando e non volendo avere coscienza che se i bambini fossero informati sul sesso sarebbero anche meno preda dei pedofili (che poi spesso sono frequentatori della famiglia, quando non familiari stessi).
Lo so, sto affrontando temi difficili e delicati e so che molti potrebbero non essere d'accordo. Ne ho avuto piena percezione in quella assemblea nella quale non sono mancati i risolini imbarazzati, i richiami alla malattia di chi guarda la pornografia, l'imbarazzo di affrontare il tema con i figli, la vergogna di chi si è sentito coinvolto. Nonostante tutti concordassero sul fatto che il sesso non è un tabù, a me invece è sembrato che  lo sia ancora.
I bambini hanno curiosità sul sesso, è sempre stato normale e lo è ancora di più in una società nella quale le pubblicità, i mezzi di intrattenimento, internet sono pieni di riferimenti sessuali. Però poi ci stupiamo e ci facciamo un problema se i bambini ci chiedono o ancora peggio vanno a cercare informazioni laddove c'è un grosso rischio che ne abbiano di distorte. Non basta proibire, mettere filtri, controllare.
E' necessario parlare, spiegare, rispondere.
Ma bisognerebbe che anche gli adulti, forse loro per primi, facessero un corso di educazione sessuale.

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