Una insegnante di una quinta elementare mi ha chiamato per
chiedermi se potevo partecipare ad una riunione con i genitori dei suoi alunni.
Il problema era che nella sua classe si è parlato di sesso. Per meglio dire i
bambini hanno parlato di sesso tra di loro, in particolare di video a contenuto
sessuale che alcuni avrebbero visto e dei quali avrebbero raccontato agli
altri. Poi i grandi l'hanno saputo e ne hanno parlato alle maestre, che hanno
pensato ad una assemblea nella quale informare tutti i genitori.
Tra i bambini e i grandi non sono avvenute altre
comunicazioni oltre le indagini che singolarmente ogni famiglia ha fatto con i
propri figli, per sapere se sapevano, quanto sapevano e chi era stato il
"mandante", l'inizio di tutto.
Una volta appurato che nulla era avvenuto per contatti con
presunti pedofili (il fantasma che era stato evocato dal alcuni) le insegnanti
si sono chieste se non fosse il caso di parlare con i bambini di sesso, di
pornografia, dei giochi che a volte appaiono, cercando altro, su Google,
di YouTube, dei pericoli di cercare
informazioni su Internet. Cioè se non fosse il caso di fare un po' di sana
educazione sessuale.
Sana ma evidentemente ancora impossibile .
Infatti non c'è stato verso di discutere sul serio questa
possibilità.
I genitori si sono divisi in due gruppi, quelli che hanno appurato che i
propri figli non c'entravano nulla e che si sono sentiti sollevati (per
quanto?) e quelli che hanno invece dovuto fare le indagini ed affrontare anche
le domande dei figli sul tema. Ma una volta appurata questa divisione il
problema è stato accantonato. Come si diceva una volta "i panni sporchi si
lavano in famiglia". La proposta di farli lavare in comunità non è stata
affatto presa in considerazione.
Qualche tempo fa scrivevo della mancanza di una sessualità
consapevole negli adolescenti e nei giovani.
Ma come possono vivere consapevolmente il sesso se noi non
ci poniamo il problema di formarli a questo, come possono essere educati se i
mezzi di informazione che hanno a disposizione sono la pornografia, i racconti
degli amici, le mezze verità che passano nella scuola quando si parla del corpo
umano? Come si può pensare che ci sarà mai una cultura davvero aperta e non
discriminatoria se nessuno discute con i bambini degli orientamenti sessuali,
di cosa significa essere gay o transessuale, di quali sono le forme del sesso?
Penso da tempo che si dovrebbe fare educazione sessuale
alle scuole materne, alle scuole elementari e alle superiori, ogni volta nel
modo appropriato all'età, ma ogni volta parlandone. Invece addirittura
l'Educazione Sessuale che una volta veniva fatta dai Consultori delle ASL è
stata trasformata in Educazione all'Affettività, che è interessante, ma è,
permettetemi, un'altra cosa.
La sessualità non è un tema che possiamo lasciare solo
alle famiglie, perchè ci sono le famiglie in grado di affrontarlo e ci
sono le famiglie che preferiscono chiudere gli occhi e pensare che i bambini
sono angioletti innocenti finchè qualche sporco pedofilo li disturba.
Dimenticando e non volendo avere coscienza che se i bambini fossero informati
sul sesso sarebbero anche meno preda dei pedofili (che poi spesso sono
frequentatori della famiglia, quando non familiari stessi).
Lo so, sto affrontando temi difficili e delicati e so che
molti potrebbero non essere d'accordo. Ne ho avuto piena percezione in quella
assemblea nella quale non sono mancati i risolini imbarazzati, i richiami alla
malattia di chi guarda la pornografia, l'imbarazzo di affrontare il tema con i
figli, la vergogna di chi si è sentito coinvolto. Nonostante tutti
concordassero sul fatto che il sesso non è un tabù, a me invece è sembrato
che lo sia ancora.
I bambini hanno curiosità sul sesso, è sempre stato
normale e lo è ancora di più in una società nella quale le pubblicità, i mezzi
di intrattenimento, internet sono pieni di riferimenti sessuali. Però poi ci
stupiamo e ci facciamo un problema se i bambini ci chiedono o ancora peggio
vanno a cercare informazioni laddove c'è un grosso rischio che ne abbiano di
distorte. Non basta proibire, mettere filtri, controllare.
E' necessario parlare, spiegare, rispondere.
Ma bisognerebbe che anche gli adulti, forse loro per
primi, facessero un corso di educazione sessuale.
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